Il calcio femminile verso il professionismo: le nuove sfide della presidente DCF Ludovica Mantovani
La riforma della Serie A come passaggio obbligato per un sistema più sostenibile, il ruolo strategico della Serie B, i rapporti da regolare tra professionisti e dilettanti, i nuovi stadi. Sono queste alcune delle “sfide” che la FIGC affronterà sulla via del professionismo del calcio femminile, storico traguardo che troverà compimento nella stagione 2022-2023.
Una riforma epocale che è stata al centro di una giornata di studi del Corso di Alta Formazione in Management delle Società Calcistiche – istituito dall’Università LUM in collaborazione con l’ADICOSP con il patrocinio di Lega B, Lega Pro, AIC ed AIA e riconosciuto dalla FIGC per l’accesso diretto all’esame di abilitazione da direttore sportivo – e che in una interessante tavola rotonda ha visto confrontarsi sul tema Chiara Marchitelli (ex calciatrice oggi consigliere federale), Patrizia Panico (ex calciatrice, oggi tecnico federale), Raffaele Carlino (Presidente Napoli Femminile), Maria Marotta (arbitro internazionale), Lucia Bianco (avvocato), Alfonso Morrone (presidente ADICOSP). Ospite della LUM, in un “dialogo” con la giornalista SKY Gaia Brunelli, la presidente della Divisione Calcio Femminile Ludovica Mantovani ha dato uno sguardo al futuro, analizzando l’impatto del professionismo sul sistema del calcio femminile nazionale.
IL PROFESSIONISMO E IL CALCIOMERCATO
Il professionismo per il Calcio Femminile è una scelta strategica della FIGC, avvallata dal Consiglio Federale dalla stagione 22/23. Oltre alle tutele per le atlete sarà strategico per le squadre per poter gestire i trasferimenti con i campionati professionistici all’estero. In Italia saremo il primo sport femminile ad intraprendere questa strada, ma siamo consapevoli che serve gradualità e sostenibilità ed i guadagni non possono essere certo paragonati a quelli del maschile. Altro aspetto chiave sarà la disciplina dei rapporti tra Serie A e Serie B, questo perché in B le calciatrici restano dilettanti, mentre in A saranno professioniste. Oltre la gestione del cambio di status da un punto di vista sia di diritto sportivo sia di diritto civile, quesiti del tipo come gestire i prestiti di atleti dalla A alla B verranno affrontati nel tavolo tecnico istituito parallelamente alla Commissione per lo Sviluppo del Calcio Professionistico Femminile.
CALCIO GIOVANILE FEMMINILE
Attualmente abbiamo superato le 30mila iscritte di cui circa 16mila le Under 15; il nostro obiettivo definito all’interno della “Strategia del Calcio Femminile della FIGC” è quello di raddoppiare il numero di bambine tesserate entro il 2025. L’emergenza sanitaria ha fermato gli sport di squadra nelle Scuole Primarie, ma durante il lungo periodo di incontri organizzati dal Settore Giovanile Scolastico, le ragazzine sono state molto recettive, anche grazie ai loro nuovi idoli, le nostre #ragazzemondiali.
NUOVI RUOLI NEI CLUB E SPONSORIZZAZIONI
Il management è un altro passaggio fondamentale: ruoli specifici come quello del Direttore Sportivo o l’Addetto Stampa dedicati al calcio femminile sono stati introdotti all’interno delle Licenze Nazionali. L’approccio con il mondo degli sponsor per essere vincente non può basarsi sulle strategie di comunicazione del calcio maschile. Il calcio femminile può essere la novità sotto il profilo del marketing anche per far tornare in auge alcuni valori come la passione e la caparbietà: si può parlare del calcio femminile come prodotto oppure focalizzarsi sui valori insiti nel movimento e nelle sue protagoniste, la cui notorietà sta crescendo esponenzialmente; questa è una scelta che spetta al brand e all’azienda che si avvicina al nostro mondo.
RIFORMA DELLA SERIE A
Importanti novità per la prossima stagione di transizione con una sola squadra promossa dalla B alla A mentre saranno solo 3 le retrocessioni dalla A alla B. Un tassello chiave in ottica di sostenibilità in vista della stagione 2022/23 quando la Serie A sarà composta da 10 squadre.
GLI STADI PER IL CALCIO FEMMINILE.
Le infrastrutture sono il vero tallone d’Achille italiano in tutti gli sport. Se volessimo essere perfetti, dovremmo utilizzare o costruire mini stadi da 10-15mila spettatori che corrisponde al bacino d’utenza ideale per il campionato d’élite, con la possibilità di utilizzare i grandi stadi in alcune occasioni programmate e promosse in anticipo. Anche qui però serve tempo per le società nell’organizzarsi, anche se alcuni Club si stanno già muovendo. Inter e Milan stanno valutando l’Arena Civica di Milano e la Juventus ha in programma un impianto per la femminile e la Primavera maschile. Daremo la possibilità ai club di andare a giocare fuori regione, dato che finora la squadra era libera di scegliere un campo solo all’interno della provincia. Ci muoveremo in questa direzione perché la scelta dell’impianto è fondamentale per poter organizzare eventi all’altezza delle aspettative. Sicuramente pretenderemo sin da subito un manto erboso idoneo anche ai fini della sicurezza delle atlete.
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